Premetto che quando Valentina mi ha proposto di partecipare a questa iniziativa ero un po’ titubante, soprattutto per la paura di essere fraintesa. Credo però nel potere della comunicazione e spero di essere il più chiara possibile in questo intervento, esprimendo la mia opinione e facendo delle critiche che offrono spunti di rilessione e di ri-costruzione e non solo semplici opinioni distruttive.
La mia storia
Nell’ormai lontano 2006 mi rendevo conto che il passaggio dal mondo adolescenziale a quello adulto era in atto e che dovevo rimboccarmi le maniche e sondare il terreno per capire la mia strada in quale direzione avrebbe proseguito. Ho partecipato a fiere, incontri con docenti e alunni, ho visitato le università e i loro siti, mi sono presa quei fantastici libretti dove ci sono tutti i corsi di laurea d’Italia e li ho studiati ad uno, ad uno, cercando quello fatto apposta per me.
Alla fine della ricerca il bivio prevedeva diverse possibilità: La Sapienza di Roma, la LUMSA sempre di Roma e lo IULM di Milano, perchè a quel tempo non si erano ancora diffusi molti corsi sull’argomento. Decido che per capire come sono realmente le cose, l’unica cosa da fare è andare a vedere lì e parlarne con chi studia già in quelle università. Visito La Sapienza, psicologia, e cerco qualcuno che sta facendo il mio corso. Nulla, ognuno per la sua strada, nessuno conosce nulla di quella sede, non sa neanche lui perchè si trova lì. Una ragazza dice ci sia un “CIAO”, allora vado alla ricerca dell’ufficio e l’unica cosa che trovo è una grande figuraccia dentro la biblioteca. Esco un po’ delusa, parlottando con una mia amica e una ragazza che aveva sentito mi ferma chiedendomi se avevo intenzione di iscrivermi lì. Tutta contenta le spiego che mi piacerebbe ma non riesco a trovare nessuno che possa darmi maggiori informazioni e lei stronca definitivamente tutte le mie speranze spiegandomi tutti i lati negativi della sua esperienza.
Inizialmente la mia idea era quella di fermare la mia brillante carriera di studentessa dopo il diploma. Perchè proseguire?Dove?Poi un messaggio di un amico mi informa del corso alla Lumsa. Controllo il sito, vado a parlare, mi viene proposto un corso di studi diverso da quello che volevo fare perchè è un corso difficile, perchè sarei sprecata per quel corso, e tanti altri perchè, e ovviamente la persona che parla con me non si pone neanche il problema che l’ostacolo potrebbe essere un altro.
Torno a casa e parlo con i miei genitori di quanto mi piacerebbe seguire quel corso, ma anche che i costi sono molti, perchè oltre a quelli relativi allo studio fuori sede ci sono anche quelli di una retta. Sono una ragazza molto fortunata, i miei genitori capiscono i miei tentennamenti da cosa erano dovuti e mi incoraggiano a scegliere comunque quell’università, anche se significherà fare dei sacrifici.
Le mie riflessioni
Lo riscrivo a chiare lettere: SONO UNA RAGAZZA FORTUNATA. Ho potuto scegliere di continuare a studiare, di studiare qualcosa che mi piace e mi appassiona, e di farlo in una struttura privata. Personalmente non ritengo che la mia preparazione sia inferiore o superiore a quella di altre università, è semplicemente più indirizzata sull’argomento che mi interessa, anche perchè molti dei professori sono gli stessi che insegnano poi in altre università, pubbliche e private.
L’università in Italia sta vivendo un periodo di crisi e gli studenti stanno manifestando per i loro diritti. C’è chi invece va a fare casino ma c’è anche chi è consapevole di quello che dice, si è informato e sa di cosa parlare e manifesta per poter continuare a studiare nel migliore dei modi.
Sono tanti i problemi dell’università: assenteismo,frustrazione,pratiche burocratiche interminabili,professori la cui carriera forse sarebbe proseguita meglio altrove.
Le questioni da affrontare sarebbero tante, e altrettanti sono i nodi che non riesco a sciogliere, ma già mi sono dilungata troppo quindi dirò solo un altro paio di cose.
Credo che gli studenti universitari possano essere distinti in due categorie: chi vuole arricchire la propria mente con concetti ed esperienze e chi va all’università perchè deve o perchè non sa che fare. La cosa importante però è che ogni studente ha diritto a proseguire i suoi studi nel migliore dei modi senza dover essere vittima di frustrazioni altrui, di ingiustizie, di incompetenza. Come si può apprendere qualcosa da qualcuno che non è mai lì a spiegare, da chi non è disponibile a un’ulteriore spiegazione? Ritengo che non tutti possano esercitare la professione di professore e coloro che odiano il mondo per ragioni personali forse dovrebbero evitare tutti i lavori che prevedano il contatto con il pubblico. Il professore deve riuscire a “trasmettere” la propria materia, a far capire perchè è importante, deve saper riuscire a parlare ai propri alunni immaginandoli come persone che non hanno ancora avuto esperienze relative a quella materia, o ne hanno avute di ridotte e quindi potrebbero avere difficoltà a capire, non perchè sono idioti ma perchè non conoscono.
La ricerca in Italia è finanziata principalmente, anzi quasi totalmente, dai privati. Lo stato da sempre ha offerto poco ed è per questo che si continua a parlare di fuga di cervelli. Non mancano solo i soldi, ma anche le strutture dove portare avanti le ricerche (che ovviamente è una conseguenza della mancanza dei soldi). Se si vuole creare una società che realmente sia fondata sulla meritocrazia, sul valore della conoscenza e dell’innovazione allora non solo c’è necessità di fondi, ma di una coscienza diversa, di una valutazione imparziale dei progetti presentati, di una valorizzazione di chi ha le potenzialità per costruire, inventare, scoprire qualcosa di importante; che questo avvenga per chi è ricco e per chi è povero, per chi è del sud, del centro e del nord, per chi studia nella pubblica e chi nella privata, per chi è di destra e per chi è di sinistra, per coloro le cui tante esperienze sono state fonte di ispirazione per una possibile nuova scoperta e per chi invece non ha esperienze di nessun genere ma nel suo campo non ha eguali.
Forse sogno ancora tanto ma credo che i giovani d’oggi abbiano un grande valore, un valore che deve crescere attraverso la formazione e le esperienze, e deve essere data loro la possibilità di migliorare, di essere sostenuti nei loro percorsi, quali che siano.
Diamo voce al nostro valore, dimostriamo quanto possiamo dare. Possono dire quello che vogliono ma siamo noi il futuro della nostra società.